Succede così a Roma. Una mattina ti alzi e all’improvviso è scoppiata la primavera. ma non una primavera tiepidina e timida. Una gagliardissima primavera piena di calore e fiori. Una primavera che magari dura un giorno ma che butta tutti fuori casa.
Io oggi mi sono fermata. Per un giorno, da settimane, non ho quasi lavorato. Solo qualche mail e aggiornamenti web. Ho messo il guinzaglio a Cicoria e siamo uscite in passeggiata.
Primo pensiero. Se ci credi e se sei tenace c’è un posto anche per te. Anche se a volte sembra che tutto quello che fai viene preso come dovuto, anche se sembra che solo esistere è una impresa difficilissima, è invece possibile che anche nel cemento ci sia uno spazio per le foglie che stai tirando fuori.
Cammino a lungo, come spesso accade. Passo da Ponte Sant’Angelo. Ci sono orde di turisti e qualunque tipo di vucumprà. Mi sento come Gesù nel Tempio ed urlando allo scempio butterei a terra tutti gli occhiali, collanine, orecchini, borse, cover di cellulari, che sono ammonticchiati sui cartoni ai lati del ponte, e butterrei a fiume, ancora pieno grigio e limaccioso, quasi tutti i suonatori di chitarre elettriche e tamburi e pianole che occupano lo spazio restante.
Ma resisto all’impulso e porto Cicoria a correre sotto al Castello.
Niente da fare. Orde di turisti panino-muniti bivaccano nei praticelli, sdraiati al sole. Ci rifugiamo nel lato più stretto. Sembriamo due esiliate. Lei però incontra cani ed è felice. Io sempre di più avverto il peso della stanchezza e mi rabbuio al pensiero di una ennesima domenica passata in compagnia della mia fedele cagnetta.
Basta, esco dal fossato di Castel Sant’Angelo e continuo a camminare, spinta dalla necessità di liberare energie represse in settimane di sedentarietà lavorativa. Arrivo a Borgo. E’ ora di pranzo e vedo famiglie ai tavolini, famiglie in giro con pizze ripiene, famigliole in vacanza a Roma che si siedono all’ombra e sorridono di tutto il bello che riescono a prendere con gli occhi.
Un pensiero molesto mi segue da giorni, ma oggi mi faccio raggiungere. Complice la stridente colonna sonora di Teho Teardo e Balanezcu Quartett che dalle cuffie mi inonda il cervello. Passo sotto un albero fiorito. E’ lo stesso che ho fotografato quasi un anno fa, tornando da una notte che mi dava una idea di futuro felice, sconfessato solo dopo poco più di un’ora. Neanche un anno fa. Eppure una vita fa.
La musica non mi dà tregua mentre cammino tra i turisti incerca di una trattoria. E il pensiero va ad un’auto familiare in giro sulle colline toscane. Decido di non fare più finta di niente, mi lascio inondare da quei sentimenti che normalmente cancello. Rivedo gli occhi dubbiosi della mia amica mentre le racconto il mio segrete. Le sue parole artificialmente rassicuranti su come tutto alla fine prenderà la giusta strada. Le stesse parole che direi a chiunque al mio posto, pur non credendoci affatto. Ma io SO che prenderà la giusta strada, e glielo dissi. E dunque perchè ora questo pensiero molesto mi invade e mi addolora?
Torno a casa. Mangio. Dormo. Al risveglio ho bisogno di nuovo di correre fuori casa. Di muovermi, camminare veloce, cercare posti dove lo sguardo possa spaziare.
Roma ha una risorsa impagabile, le Ville. Oggi mi spingo fino a Villa Borghese. Camminando per il centro di nuovo ho difficoltà a farmi largo tra i turisti che invadono le strade. Mi auguro che ai commercianti romani questo porti qualcosa di buono. Arrivo a Trinità dei Monti che è quasi il tramondo. Cicoria oramai è il mio alter ego. Niente musica nelle cuffie. ormai non la reggerei più.Il pensiero molesto oramai si è impadronito completamente di me. Camminando libero tossine e cerco di usarlo. Se non posso far finta che non esista, e se affrontarlo mi fa così male, devo cercare il modo di usarlo.
Il sole che tramonta su Roma libera in me un sentimento di meraviglia.
Il privilegio di avere questa meraviglia mi fa sentire una regina. Cammino tra i turisti con la consapevolezza che loro tra poco, scattate le foto, ripartiranno, mentre io potrò passare e ripassare queste immagini ogni giorno in cui sarò disponibile a salire qui e a lasciarmi catturare dalla bellezza.
Tutto il resto, vita, movimenti, cambiamenti, persone, amore, lavoro, prenderà la strada che deve. Io so di avere un cuore grande, e di saper affrontare qualunque cosa con tutto l’amore che il mio grande cuore contiene. Come suggeriva un padre saggio ad un’amica blogger, qualunque cosa fatta con amore ha un altro valore.