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Archivio mensile:marzo 2013

Sono vent’anni. Anche di più . Le ventunenni ancora non andavano alla materna e si conobbero all’orto botanico con le tate entrambe Filippine . E poi vita, vacanze, lavoro. E separazioni e divorzi. Ma un’amicizia resta anche dopo tutto ciò.
Il rito è invariato. Si inizia, io e Anna con una birra alle sei. Alle sette aperitivo con Claudio: vino bianco, crudite formaggi ecc. Intanto si prepara la cena. Una pasta con condimenti vari, a seconda della stagione. Poi insalatona. Altro vino. Se capita un dolce e un digestivo, magari un po’ d’erba. Ma io oramai non fumo piu! Poi Claudio tira fuori la chitarra. Non sa suonare ma oramai il repertorio è fisso e sono abituata a cantare a prescindere dall’accompagnamento . Si finisce con le canzoni stonate che i figli sono cotti per il letto. Sono vent’anni e poco è cambiato. E va bene così. I riti a volte danno sicurezza.

Il Regista, con la sua sciarpina intorno al collo e i polsini troppo lunghi della camicia assurdamnte rossa ,  poggiava il gomito sul tavolo arrotolando, con un movimento che dal polso arrivava all’avambraccio e da lì alla spalla, la forchettata di carbonara. La bocca già gonfia di pasta, continuava a maciullare e pezzettini di uovo rappreso spuntavano dal labbro.

L’Attore lo guardava, arrotolando a sua volta, con medesimi rimasugli di cibo sul labbro. Una volta belloccio protagonista di serie televisive, adorato dalle signore e fermato per strada per foto con autografo, ora era imbolsito e a fatica cercava di coprire con i pochi riccioli grigi  rimasti, le chiazze di calvizie che dalla fronte puntavano direttamente alla cervicale.

Quello che parlava e gesticolava e disegnava sulla tovaglia di carta e pontificava era l’Autore. I suoi tonnarelli si fredassero pure nel piatto, si stava ragionando del SUO testo. E con battutine e rimandi a citazioni non comprese mendicava che non tagliassero neppure una battuta. Senza sembrare invadente, però come si fa a non capire che ogni parola è importante! Giornalista di un giornale di testata era perciò uno scrittore fallito con rimpianti e recriminazioni sempre pronte.

A lato un tavolo di giovani politicanti urlava con il gestore che a sua volta inveiva contro qualunque tipo di governo.

Il dorato mondo dello show business!

 

Tra qualche giorno forse, finito questo periodo di stralavoro, riuscirò a trovare di nuovo l’energia per scrivere, la sera.

Per ora non capisco niente, mi si chiudono gli occhi e il cervello è fuso.  Lascio spazio  al sonno e mi approprio di un’altra delle famose frasi di Ennio Flaiano:

Il calabrone entra nella stanza illuminata, va a battere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili.
Rumore secco delle sue zuccate. Dopo un po’ si acquatta per riprendere le forze. Ricomincia contro la lampada, le pareti, i vetri, e daccapo contro la lampada.
Infine cade sul tavolo, zampe all’aria, la mattina dopo è secco, leggero, morto. Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato.

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I grandi amori si annunciano in un modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?

Parlare d’amore è solo fare dei pettegolezzi intorno a un mistero.

Amore? Forse col tempo, conoscendoci peggio.

Stavo con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole.

In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All’occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.

SULL’AMORE

   Allora Almitra disse: parlaci dell’Amore.
E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
Quando l’ amore vi chiama, seguitelo.
Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
E quando vi parla, abbiate fede in lui,
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

    Poiché l’amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi batte finché non sarete spogli.
Vi staccia per liberarvi dai gusci.
Vi macina per farvi neve.
Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

Tutto questo compie in voi l’amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
Ma se per paura cercherete nell’amore unicamente la pace e il piacere,
Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall’aia dell’amore,
Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.

L’amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.

Quando amate non dovreste dire:” Ho Dio nel cuore “, ma piuttosto, ” Io sono nel cuore di Dio “.
E non crediate di guidare l’amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.

L’amore non vuole che compiersi.
Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d’amore,
E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
Destarsi all’alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d’amore;
Riposare nell’ora del meriggio e meditare sull’estasi d’amore;
Grati, rincasare la sera;
E addormentarsi con una preghiera in cuore per l’amato e un canto di lode sulle labbra.

ieri sera, come tante altre volte, passavo davanti al teatro cercando di spiegare la situazione al mio accompagnatore che non è romano nè si occupa di teatro. l’incredulità per la situaizone esistente e per la mancanza di qualsiasi azione da parte delle istituzioni è stata la prova evidente che solo in un mondo come quello dello spettacolo dal vivo possono esistere ed essere accettate certe situazioni.
Detto questo ebloggo l’articolo perchè interpreta perfettamente il mio pensiero e quello di molti altri che però si guardano bene dal renderlo pubblico.

educazionesentimentaledellefemmine

kz

calcolo uno – il teatro Valle, normalmente funzionante costava al Comune di Roma 1.200.000 euro l’anno. gli occupanti ne hanno raccolti in più di un anno un dodicesimo scarso, quindi non sono riusciti nell’intento dichiarato di dimostrare di poter gestire il teatro solo con le loro forze.
ovviamente hanno approfittato dei soldi già stanziati per non pagare affitto e utenze, per cui il loro guadagno vale ancora meno.

calcolo due – gli occupanti si vantano di aver raccimolato oltre 5000 firmatari, favorevoli al loro operato. Tra quei nomi c’è anche il mio, che mi sono guardato bene dal firmare qualsiasi cosa. Se ne deduce che i firmatari siano considerevolmente meno dei detrattori.

calcolo tre – il biglietto “consigliato” è di 8 euro, da cui non vengono detratte spese come Siae, Enpals, affitto, agibilità, Vigili del fuoco, paga sindacale degli attori, tasse, costi di produzione e spese tecniche. In pratica si…

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In piedi all’inizio del binario mentre il muso del tuo treno entra sotto la tettoia della stazione.

Abbracciata stretta a te per almeno 60 o 80 secondi, mentre tutti intorno passano distratti o ci guardano sorridendo,  prima di guardati negli occhi e farmi finalmente baciare.

Con la mano nella tua mano mentre al supermercato mi decanti le virtù dei cipollotti mangiati crudi.

Seduta a tavola al tuo fianco  mentre assaggi per la prima volta un piatto preparato per te.

Seduta sul divano con la tua testa sulle ginocchia mentre Cicoria è appallottolata ai tuoi piedi.

Appallottolata ai tuoi piedi mentre sdraiato sul divano coccoli  Cicoria che ti guarda beata.

Sdraiata con la testa sulla tua spalla, un tuo braccio dietro di me, mentre con la mano sinistra ti accarezzo la fronte e tu con la tua mano sinistra accarezzi la mia schiena.

Seduta sul divano a scrivere questo post per te mentre tu suoni la chitarra per me, entrambi con un alito di cipolla da uccidere un orco.

Ieri sera non sono riuscita ad arrivare neanche al divano. Dopo aver letto un poco della gabbianella che non voleva confessare neanche a se stessa il desiderio di imparare a volare – è una storia che continua ad emozionarmi ogni volta che la rileggo, potenza di un grande autore – ho abbracciato il piccoletto che sapeva di buono e tenero e caldo e mi sono lasciata scivolare nel sonno accanto a lui, ancora praticamente vestita.

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