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Archivi tag: viaggi

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oggi sono arrivata a graffiarmi l’anima.

in alto, sull’ultimo scaffale in camera mia ci sono gli scheletri

copioni teatrali di quando facevo teatro

quaderni di scuola delle medie

foto delle elementari dalle suore

foto di quando facevo i provini e giravo pubblicità

guide, tante guide

ricordi di viaggi

via tutto!

butto tutto in terra dall’alto della scala in mezzo ad una nuvola di polvere

sono anni che tento di non avvicinarmi a quello scaffale in alto in camera mia

che senso ha conservare una guida della città di Madrid degli anni ottanta? e una  di Istanbul del duemila? a cosa può servire una pubblicazione sul sito archeologico di Paestum del novanta? e quando mai riprenderò in mano la mappa  di Stratford Upon Avon dove dimorò William Shakespeare e che visitai a diciotto anni in un soggiorno di studio e cura di un cuore spaccato? a un cazzo

eppure ho conservato tutto

per anni

nella polvere

da una casa all’altra, attraverso la vita, durante i momenti felici aggiungevo cimeli, negli anni bui li guardavo cupa da lontano

oggi come un don chischiotte ebbro di onore e giustizia li ho affrontati

li ho colpiti ma sono stata atterrata, ripetutamente offesa  e graffiata fino in fondo all’anima

ma non mi sono scoraggiata, come sempre sono andata sopra il dolore, sopra il dolore, sopra il dolore

ho salvato solo poco, al costo di una bottiglia di prosecco comprata per il ritorno del mio amore che non tornerà e stappata per curare le ferite

i biglietti di ingresso all’Acropoli di Atene a 500 dracme

una pubblicazione di Nicos Gheorghiadis su Mistra

storia e descrizione della città di Monemvasia

guida della Grecia del Touring Club Italiano del 1977

pezzi del mio primo viaggio nella grecia classica con il neo-fidanzato ed ex-marito, uno dei momenti di maggior estasi turistica che abbia mai avuto nella vita

Per Venezia, raccolta di articoli di Indro Montanelli pubblicati nel febbraio del 1969 ed avuti in eredità da zio Carlo

mio zio che come Salgari viaggiava solo attraverso la scrittura

l’itinerario del viaggio in India, il mio matrimonio

e la guida di istambul ultimo viaggio fatto con mio marito prima della separazione, un viaggio bello, sereno, mano nella mano come fratelli

e la thailandia e amsterdam berlino venezia il gruppo del Sella, l’alpe di Susi, il diving center di vulcano….. no questi non posso buttarli via

resto sospesa tra la polvere e gli effetti del prosecco

Quand’ero ragazzina mio padre diceva, a me e mia sorella, che prima di conoscere il mondo avremmo dovuto conoscere bene l’Italia.

Metodico, lui.

Preciso, scientifico e metodico.

Infatti ogni estate, a metà agosto, dovevamo partire con lui per il fatidico viaggio. Nulla di grave, beninteso. Ma mi sarei suicidata, piuttosto. Venne un’età in cui per rendere le giornate più veloci andavo a letto alle otto. Sissignore, in viaggio con mio padre e mia sorella, in albergo, d’estate, alle otto ero a letto. Chiudevo gli occhi e immaginavo cose.

In realtà non ho mai smesso, di chiudere gli occhi e immaginare cose.

Così abbiamo visitato la Sicilia, la Puglia, la Calabria e il Veneto. Arrivò poi un anno di crisi finanziaria definitiva e i nostri viaggetti estivi finirono su un traghetto per l’Elba mai preso. Peccato. Quell’anno avevamo anche gommone e sci d’acqua, sarebbe stato fico.

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In questo momento la (ormai) ventiduenne è in volo verso la Thailandia. Scalo al Cairo e poi a Bangkok. E poi Vietnam e Cambogia. Un mese di viaggio.

Sono in due, lei e un’amica. Hanno prenotato il volo di andata e quello di ritorno. Ah! Dietro le insistenze di mia sorella (che ho pregato di intervenire in quanto viaggiatrice esperta e stata in quei luoghi due anni fa) hanno prenotato l’Albergo in cui dormiranno domani (spero) a Bangkok.

Io avevo 24 anni quando partii per la Thailandia. Con il mio futuro-ex-marito-padre-della-ventiduenne.

Lo avevo conosciuto l’estate prima, il giorno del mio ventiquattresimo compleanno. Lui ne aveva 40. Venne alla mia cena di compleanno accompagnato da amici comuni. Era  un bell’uomo scapolo, che dimostrava molto meno della sua età nonostante i capelli completamente bianchi da oramai un decennio, e che quell’estate fece qualunque cosa per farmi notare quanto era fico. Racconti dei suoi viaggi intorno al mondo, immersioni in apnea nel mar di Sardegna recuperando anfore romane (giuro!), grandi servizi fotografici con ingrandimenti di miei profili marini stampati su lastre argentate…. insomma mi innamorai.

Quando organizzammo questo primo mega viaggio insieme io ero a mio primo mega viaggio.

Lui super esperto viaggiatore prese in mano tutta la questione.

Iniziai ad avere i primi sospetti quando non riuscii a convincerlo che una carta di credito era molto meglio che viaggiare con rotoli di contanti o voucher.

Ebbi poi una strana sensazione quando fummo chiamati e fatti scendere dall’aereo (sbagliato) della Thaj che partiva in coincidenza con il nostro volo (giusto ) della Qantas.

Quando capii che ad ogni frase che ci rivolgevano in inlgese rispondeva sempre nello stesso modo perchè non capiva assolutamente nulla, presi in mano guida, documenti e gestione del viaggio.

Lui me lo lasciò fare, perchè era molto innamorato e uomo intelligente e sapeva come darmi dei contentini per tenermi buona.

Fu un viaggio memorabile. Super preparato in tutti i dettagli: collegamenti, trasporti, alberghi, coincidenze. Passammo dalla Tailandia all’Australia. Lizard Island sulla barriera corallina. Un sogno.

Dopo quattro anni nacque la creaturina che ora sta volando senza nessun tipo di prenotazione verso un viaggio di un mese tra Thailandia, Vietnam e Cambogia. Senza di me. Senza suo padre. Con un’amica più stordita di lei.

Mi dicono che devo stare calma. Non tragicizzare. Accettare che lei è ormai una donna e trattarla come tale.

Sè, vabbè. Ne riparliamo…..

Questa sera mi è arrivata come un lampo. Come una diapositiva sparata all’improvviso sulla parete. L’immagine di un’alba, sul Gange, in barca.

Varanasi.

Ricordi di tanto tempo fa. Così tanto che mi sembra un’altra vita. E un’altra me.

Ma poi a pensarci bene non così distante da come sono ora. Mi rivedo come in un ritratto. Certo un sacco più giovane e carina. Molti capelli, molto scuri. Mi sa che avevo anche una permanente. Ho i capelli più dritti del fil di ferro e quando andavano ricci li ho massacrati di acidi pur di piegarli.

Però a parte le guance più scavate e le labbra più fine mi sento uguale a lei. Stesso temperamento esuberante. Stessi slanci di curiosità. Nessun timore di osare. E una strana inspiegabile gioia che mi accompagna anche quando francamente non ci sarebbe niente da gioire.

Quella mattina ci eravamo svegliati che era ancora buio proprio per arrivare sul Gath all’alba, quando gli induisti iniziano le loro abluzioni rituali. Varanasi è una delle città sacre. La più sacra. Dove un induista deve andare almeno una volta nella vita e bagnarsi nelle acque del Gange da cinque Gaths diversi per sfuggire al samsara, l’eterno ciclo di morte e rinascita.

Avevamo avuto una barca perché dal fiume si può osservare al meglio tutta la sponda, con il movimento delle centinaia di persone che arrivano e scendono i gradoni  e seminudi si immergono nelle acque che scorrono veloci. Acque nere, a quell’ora, e per niente invitanti. Considerando poi che il Gange è una cloaca a cielo aperto e per di più in quel punto avvengono tutte le cremazioni, io stavo ben attenta a far si che nemmeno una goccia di acqua mi sfiorasse.

Forse, per questo, continuerò a morire e rinascere chissà ancora per quanto.

La barca era piccolina e l’indiano che la guidava mica tanto robusto. Per cui ondeggiava parecchio e dava per niente tranquillità. Ad un certo punto di fianco alla barca un’ombra enorme scivolò emergendo e poi reimmergendosi immediatamente. Una lunga schiena grigia strisciante. Cos’era non l’ho mai capito. Il mio inglese e quello dell’indianino  barcaiolo parevano due lingue differenti.

Nelle foto che ho ritrovato l’immagine è di una bellezza da spezzare il cuore. Ma da lì non arriva l’odore fortissimo che ovunque in india ti trapassa le narici. Un misto di sporcizia e merda e incensi. Indefinibile. Che si appiccica alla pelle, a cui non ci si abitua, e che dopo un po’ di giorni diventa quasi il tuo odore. Indimenticabile e terribile. Ma quanto vorrei ancora respirarlo. E quanto vorrei tornare lì. Oggi. E ripetere il viaggio sul fiume. E tornare la sera per assistere, un po’ appartata in quanto donna, al rito della cremazione e alla dispersione delle ceneri nell’acqua.

Oggi farei anche un piccolo rito che allora, per pudore o imbarazzo, non feci. Affidare una fiammella alla madre Ganga e attendere per vedere quanto lontano la corrente la porterà. Più lontano andrà e più vedrò realizzati i miei sogni.

dall’oroscopo di questa settimana

“Nello stato del Maine una legge vieta di scendere da un aereo in volo. Sembra un divieto ragionevole finché non ci si rende conto di come sia discriminante per i paracadutisti. Nel campo del diritto esempi simili non mancano. La legge tende a essere troppo netta, formulata nello stesso modo per tutti. E sono sicuro che nei tuoi viaggi, Leone, hai scoperto che queste formule reprimono sempre le individualità. Nelle prossime settimane guardati in modo particolare da qualsiasi pressione a uniformarti a standard troppo ampi e a generalizzazioni assolute. Se necessario, ribellati. Sii te stesso all’ennesima potenza.”

Ora.

Non vorrei dare troppa importanza a questo Signore, che tra l’altro a volte scrive delle cose a me incomprensibili. Ma sulla questione ribellione e essere se stessi mi trova in piena concordia astrale.

Viaggiare sto viaggiando. La personalità repressa ce l’ho avuta…..

Ieri un uomo che ha diviso del vino con me bevendo dallo stesso bicchiere mi ha detto: bevo i tuoi pensieri.

Ecco, trovare un metodo di trasmissione del pensiero tramite vino mi sembra un’ottima modalità di comunicazione.

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