Quand’ero ragazzina mio padre diceva, a me e mia sorella, che prima di conoscere il mondo avremmo dovuto conoscere bene l’Italia.
Metodico, lui.
Preciso, scientifico e metodico.
Infatti ogni estate, a metà agosto, dovevamo partire con lui per il fatidico viaggio. Nulla di grave, beninteso. Ma mi sarei suicidata, piuttosto. Venne un’età in cui per rendere le giornate più veloci andavo a letto alle otto. Sissignore, in viaggio con mio padre e mia sorella, in albergo, d’estate, alle otto ero a letto. Chiudevo gli occhi e immaginavo cose.
In realtà non ho mai smesso, di chiudere gli occhi e immaginare cose.
Così abbiamo visitato la Sicilia, la Puglia, la Calabria e il Veneto. Arrivò poi un anno di crisi finanziaria definitiva e i nostri viaggetti estivi finirono su un traghetto per l’Elba mai preso. Peccato. Quell’anno avevamo anche gommone e sci d’acqua, sarebbe stato fico.
In questo momento la (ormai) ventiduenne è in volo verso la Thailandia. Scalo al Cairo e poi a Bangkok. E poi Vietnam e Cambogia. Un mese di viaggio.
Sono in due, lei e un’amica. Hanno prenotato il volo di andata e quello di ritorno. Ah! Dietro le insistenze di mia sorella (che ho pregato di intervenire in quanto viaggiatrice esperta e stata in quei luoghi due anni fa) hanno prenotato l’Albergo in cui dormiranno domani (spero) a Bangkok.
Io avevo 24 anni quando partii per la Thailandia. Con il mio futuro-ex-marito-padre-della-ventiduenne.
Lo avevo conosciuto l’estate prima, il giorno del mio ventiquattresimo compleanno. Lui ne aveva 40. Venne alla mia cena di compleanno accompagnato da amici comuni. Era un bell’uomo scapolo, che dimostrava molto meno della sua età nonostante i capelli completamente bianchi da oramai un decennio, e che quell’estate fece qualunque cosa per farmi notare quanto era fico. Racconti dei suoi viaggi intorno al mondo, immersioni in apnea nel mar di Sardegna recuperando anfore romane (giuro!), grandi servizi fotografici con ingrandimenti di miei profili marini stampati su lastre argentate…. insomma mi innamorai.
Quando organizzammo questo primo mega viaggio insieme io ero a mio primo mega viaggio.
Lui super esperto viaggiatore prese in mano tutta la questione.
Iniziai ad avere i primi sospetti quando non riuscii a convincerlo che una carta di credito era molto meglio che viaggiare con rotoli di contanti o voucher.
Ebbi poi una strana sensazione quando fummo chiamati e fatti scendere dall’aereo (sbagliato) della Thaj che partiva in coincidenza con il nostro volo (giusto ) della Qantas.
Quando capii che ad ogni frase che ci rivolgevano in inlgese rispondeva sempre nello stesso modo perchè non capiva assolutamente nulla, presi in mano guida, documenti e gestione del viaggio.
Lui me lo lasciò fare, perchè era molto innamorato e uomo intelligente e sapeva come darmi dei contentini per tenermi buona.
Fu un viaggio memorabile. Super preparato in tutti i dettagli: collegamenti, trasporti, alberghi, coincidenze. Passammo dalla Tailandia all’Australia. Lizard Island sulla barriera corallina. Un sogno.
Dopo quattro anni nacque la creaturina che ora sta volando senza nessun tipo di prenotazione verso un viaggio di un mese tra Thailandia, Vietnam e Cambogia. Senza di me. Senza suo padre. Con un’amica più stordita di lei.
Mi dicono che devo stare calma. Non tragicizzare. Accettare che lei è ormai una donna e trattarla come tale.
Sè, vabbè. Ne riparliamo…..