La Zona Rossa

zona rossa

 

Le macerie sono vive. Gemono, cigolano, frusciano. La polvere si alza, un’imposta sbatte su una finestra cieca, il vento sfoglia un libro tra i massi sotto un arco che non sostiene più nulla.

Le macerie hanno un nome. Quelli di tutti gli uomini e le donne che hanno tirato su quelle case. Di tutte le mani che le hanno pulite, spolverate, aggiustate. Di tutti gli occhi che hanno sognato contro i vetri appannati in inverno, e di tutti i piedi che hanno sceso di corsa le scale per correre a giocare fuori.

Le macerie hanno una memoria. Dei figli partoriti sul tavolo della cucina. Della gallina del vicino regalata per festeggiare il ritorno del figlio dalla Germania. Della tenda fatta a tombolo per il corredo della figlia che sposa il venditore di frutta che passa con il camion una volta a settimana.

La zona rossa è dentro di noi, che facciamo fatica con le nostre macerie a guardare avanti e immaginare un nuovo inizio, un futuro con altri spazi che mantengano però la nostra storia e rispettino tutta la vita che non c’è più.

24.8.2016 – 3:36

 

2 commenti
  1. tutto parla. Basta sapere ascoltare. Il guaio è che troppo spesso ascoltiamo solo la nostra voce lasciando fuori tutte le altre

  2. cavaliereerrante ha detto:

    Ehi … ma sei tornata ??? 🙂

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