Lettera aperta alla Incumbent del mio ex

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Flying houses by Laurent Chéhère

Cara Incumbent, (non te la prendere con me il termine non è mio, è copyright del mio ex) noi non ci conosciamo, non siamo amiche né reali né virtuali ma, essendo probabile che questa mia ti arrivi comunque – dal momento che la madre degli imbecilli è sempre incinta – scriverò usando termini e toni adeguati.

Io non sono una nativa digitale, nemmeno tu dato che viaggiamo circa sugli stessi decenni, ma alcune istruzioni base le ho assimilate. Immaginavo che anche tu fossi oramai ferrata dal momento che usi il web anche per lavoro, ma forse mi sbagliavo. Con istruzioni base intendo proprio basiche, tipo ON-OFF della radio….ricordi quell’apparecchio rettangolare di plastica con un’antennina dalla quale usciva la musica? Ecco quello. Se pigiavi il bottone ON suonava, altrimenti taceva.

Su internet è uguale, basta pigiare il bottoncino giusto.

Per venire a noi. Diciamo che la privacy sul web  non esiste, ma quella poca che ci fanno credere di gestire va, appunto, gestita.

Quindi se io voglio/non voglio rendere pubblica una mia situazione, un’immagine, un pensiero, posso:

a) tenermelo per me o postarlo su FB (faccio un esempio di social media a portata anche degli analfabeti digitali)

b) postarlo ma con un livello di privacy alto (un solo utente, solo amici, tutti gli amici tranne uno…)

c) postarlo in modo “pubblico” cioè visibile al mondo intero.

E’ chiaro che se tu gestisci la tua pagina FB in modalità privata, poi un giorno improvvisamente decidi di postare foto, pensieri e commenti in modo pubblico, io deduco che vuoi mandare un messaggio a qualcuno. E mi sembra tu ci sia riuscita.

Mi sorprendo quindi quando poi, saputo che quel qualcuno ha visto il tuo messaggio pubblico e lo ha, privatamente, in modo del tutto personale e fuori dal web, commentato da persona a persona, ti indigni, strepiti come una comare al paesello e inveisci contro la violazione della tua privacy. Mi sorprendo, ripeto, ma probabilmente, mi dico anche, è stato il commento in se a toccare un nervo scoperto.

Per essere chiara: se la notizia essendo pubblica e quindi vista, fosse stata presa con serafica indifferenza o incassata diplomaticamente, la cosa avrebbe raggiunto il suo scopo.

Invece, ahimè, le news a volte suscitano delle reazioni, e chi gestisce news sui social web lo dovrebbe mettere in conto.

Ma diciamo pure che la comunicazione non è il tuo forte, e veniamo alla sostanza del commento (che ripeto era del tutto privato, one to one, ma come dicevo la madre degli imbecilli è sempre incinta).

Se io facessi scarpe, fossi un’abile ciabattina e fossi residente a Spinaceto mi potrei forse offendere se qualcuno si riferisse a me come “la ciabattina di Spinaceto”? No, non credo…. a meno che io non fossi proprio un Mastro Ciabattino, allora magari potrei tenerci all’appellativo di Mastro…. ma mi sembra esagerato. Quindi idem se io fossi professoressa a Ciampino, o un’idraulico di Centocelle. Non ritengo sia offensivo, a meno che fare la Prof o l’Idraulico o il Ciabattino sia per me una sorta di vergogna, aspirando a fare altro. Ma ciò non può che essere nella propria mente. Si può tuttavia malignamente pensare, ma rientriamo nell’ambito delle ipotesi, che l’appellativo sia stato usato volutamente come una sorta di deminutio. Ci sta.

Sappi dunque, però, che al mio subentro – si! parliamo di questo affair come fosse un appartamento in affitto, una casa cioè che puoi personalizzare, tenere in ordine, imbiancare pure, ma senza farci investimenti strutturali che  – come si sa – il padrone di casa è strano e ogni tot, senza preavviso caccia via il vecchio inquilino e ne sceglie uno nuovo – al mio subentro, dicevo, sono stata appellata con epiteti ben più articolati e offensivi. Ma ho taciuto perché, da donna intelligente, ho capito la situazione che probabilmente viveva l’ex inquilina defraudata del suo bell’appartamento, e in verità la situazione di diverse inquiline che – a loro insaputa, pare – avevano coabitato.

Ora ti sfido ad immaginare di vedere la foto della bella casetta che hai abitato fino a poco prima, occupata dai bagagli del nuovo inquilino. Ti girerebbero ad elica, te lo assicuro e i commenti che faresti, dal tono che ti ho visto usare punta sul vivo, sarebbero ben più pesanti.

Quindi tornando al punto, cara incumbent, statti quieta. La tua scelta di rendere pubblico il tuo trasloco ha avuto l’effetto che desideravi: cioè che fosse pubblico. La scelta del tuo mestiere, se non ti soddisfa, può essere ancora aggiustata, ma francamente non mi riguarda. Per evitare qualunque ulteriore contatto visivo, per essere io serena, ti ho bannato quindi puoi pubblicare anche gli interni del wc non mi riguarda più in alcun modo.

Ti auguro comunque un lungo e piacevole soggiorno nel tuo nuovo appartamento.

P.S. Questa non è una missiva che include risposte, quindi blocco i commenti.

PP.SS. Sono rimasta amica di tutti i miei ex, dopo un adeguato periodo di odio feroce, quindi rassegnati…..

I commenti sono chiusi.

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