Come sempre la giornata è stata impegnata in cose di lavoro. Ma poi ad un certo punto, fortunata, ho potuto staccare tutto e dire: ora andiamo a farci un bagno. E così sono scesa dalla collina baronale verso il mare.
Bellissimo!
Il sole già calante rendeva tutto magico.
Con la mia compagna di bagno siamo scese su una spiaggia di sassoni. Nel senso di grandi massi di pietra, non riferita a popolazioni germaniche.
L’operazione di avvicinamento alle acque è stato complicato, ma persone previdenti ed evidentemente frequentatrici abituali di detta spiaggia, avevano attrezzato una scesa a mare fatta con sacconi di sabbia a formare una gradinata fin dentro il mare. Fico!
Bel bagno, grande nuotata, energia ritrovata. Tornando a stendermi al sole (tipo fachiro sui sassi, sotto la testa la borsa del mare, spremendo inconsapevolmente mezzo flacone di crema nella borsa – ma questo l’ho scoperto solo al ritorno) ho notato poco distante da me una strana figura addormentata sotto un asciugamano.
Si vedeva solo una gamba, con un pantalone da tuta e un sandalo di plastica al piede. Dico “al” perché si vedeva solo una gamba ed un solo piede.
La prima stranezza è stata che l’altro sandalo, quello del piede che non si vedeva, era appoggiato poco distante. Dopo di che ho notato che la parte coperta dall’asciugamano, ed in parte dalla borsa, era molto più corta di quello che si immagina sia un corpo adulto. Almeno in relazione alla lunghezza della gamba visibile.
Ho avuto la sensazione di qualcosa di mancante, di proporzioni non rispettate, insomma non capivo bene come cavolo era messo sto corpo che dormiva sotto l’asciugamano.
La cosa mi inquietava un po’. Ho iniziato a pensare ad un corpo mozzato. Ad un cadavere, insomma, di un essere umano tagliato a metà.
Sciocca! Ho pensato.
Però poi mi sono rituffata e nuotando mi sono avvicinata per cercare di capire.
Niente, le cose non mi tornavano.
Uscendo mi sono sdraiata di nuovo e, senza farmi notare troppo, ho cercato di capire se nel frattempo il corpo si fosse mosso. Macchè! Sempre nella stessa posizione.
Dopo un po’ ho iniziato a camminare, meglio dire barcollare, sui sassoni, per dare sfogo alla mia mania fotografica. Come si evince anche dalla foto sul mio blog sono attirata dai sassoni. Quelli li ho fotografati due anni fa durante la mia vacanza Thelma e Louise in Sicilia. (e se Louise mi sta leggendo si ricorderà certamente che siamo ripartite con circa cento chili di sassi in macchina).
Dicevo quindi che fotografando sassoni mi sono avvicinata alla figura dormiente. Non troppo per non essere indiscreta, ma abbastanza per notare qualcosa che fino a quel momento mi era sfuggita. La gamba sembrava vera, ma il piede poteva decisamente essere artificiale.
Dunque. poteva trattarsi di un arto artificiale lasciato sotto l’asciugamano insieme alla borsa. Tanto più che come dicevo l’altro sandalo era stato lasciato poco distante.
Ora. Sulla spiaggetta di sassoni eravamo, ovviamente, in pochi. Vuoi per l’ora, vuoi per la scomodità. Le uniche sul bagnasciuga eravamo io e la mia compagna di bagno. In mare c’erano un gruppo di ragazzi che nuotavano come delfini e si lanciavano sulle onde della secca (quindi probabilmente avevano entrambi gli arti inferiori), ed una coppia. Lui spalle larghe ed un po’ corpulento, lei molto graziosa, corpo magro e slanciato.
Mi sono distratta per un po’. Uscendo dal cono d’ombra il mio telefono aveva cominciato a funzionare e ho risposto alle di chiamate e messaggi di due giorni.
Ad un certo punto ho rialzato gli occhi e l’ho visto. Il ragazzo con le spalle larghe ed un po’ corpulento che usciva dall’acqua con un movimento a granchio, all’indietro, strisciando sui sassi. Con una gamba amputata fino a sopra il ginocchio.
A quel punto ero divisa tra il sollievo di non dover scoprire la metà di un corpo assassinato e smembrato, e lo stupore assoluto per la scelta coraggiosa di affrontare una spiaggia di sassoni con solo una gamba.
Ovviamente il comune senso del pudore mi ha impedito di fissarmi sulla coppia e di vedere quindi come avrebbe risalito la riva (ripida ) di massi e come avrebbe rimesso l’arto artificiale.
Ma ho sentito una enorme, istintiva ed immediata simpatia per quella coppia che non si faceva fermare da alcun problema per passare un bel momento insieme al mare.