meno 77 – e vissero infelici e contenti

Si era accorta da un po’ tempo che lui aveva aperto un blog. Lui non ne aveva mai parlato.

Aveva l’abitudine di scrivere molto, si è vero. Scriveva racconti. Brevi. Alle volte anche abbastanza lunghi da poter diventare un inizio di libro. Di racconti lunghi ne aveva scritto uno bellissimo ispirato al loro primo incontro, in montagna, sui sentieri dell’alpe di Susi. Lei si era sentita molto orgogliosa di quel racconto. Un poco musa, un poco coautrice.

Ma del blog non le aveva mai parlato.

Se ne era accorta un pomeriggio, di domenica, in cui lui andando a riposare aveva lasciato acceso il portatile. Lei lo aveva preso per leggere un po’ di notizie sul web, oramai i telegiornali non li seguiva più, e ad un certo punto avevano iniziato ad apparire strane notifiche di posta tutte provenienti da “WordPress”. Solo per curiosità ci aveva cliccato sopra e si era aperta la posta elettronica. Un indirizzo che non conosceva “altrisidiventa@hotmail.it”. Tutta posta riguardante un blog. Notifiche di commenti e mi piace e followers. Tanti messaggi.

Non capiva. Non aveva mai visto un blog. Nel senso che aveva letto notizie su blog semi ufficiali, ma mai frequentato blog di persone sconosciute o, men che meno, conosciute. Il blog era “Altrodame.wordpress” e lei ci entrò.

Era aperto da più di sei mesi e c’erano una grande quantità di articoli. Non poteva crederci! Lui scriveva  tutto ciò e da tutto quel tempo e lei non ne sapeva nulla.

Iniziò a leggere quà e là, sfogliando dalle cose più vecchie ai post pià recenti.

Non era riuscita ad andare molto oltre, lui si era svegliato dal riposino e lei aveva chiuso il computer. Senza  dirgli nulla.

La sera, però, mentre lei leggeva il suo libro e lui continuava a digitare e digitare, iniziò a guardarlo di sfuggita, con la coda dell’occhio. Lo vedeva cambiare espressione. Ora tutto intenso, con le ciglia aggrottate, ora sorridente, quasi ridente, con gli occhi spiritati. Cavolo stava scrivendosi con qualcuno. Qualcuna, forse.

Da quel giorno non aveva mai smesso di seguire il suo blog. In ogni momento libero ci andava su, leggendo quello che lui aveva scritto di nuovo o quello che scrivevano in risposta ai suoi articoli.

Ed era rimasta ancora più sconvolta. Si, era lui che scriveva, non c’era dubbio, era il suo stile. Ma con quale scioltezza e ironia! Con quanto sfoggio di cultura, seppur tra le righe, e fantasia creativa! Come avesse trovato una energia sconosciuta fino agli ultimi racconti che lei aveva avuto modo di leggere. Forse perchè qui parlava di se. Senza mai fare riferimenti diretti, non rivelando la propria identità. Ma parlava della sua vita. Nulla di inventato. Un poco abbellito, romanzato, ironizzando e creando quasi un personaggio. Sembrava un uomo incredibilmente interessante, con una vita veramente piena di spunti. Non che nella realtà non lo fosse, ma qui appariva molto più pronto, deciso, accattivante, quasi seducente. Anzi decisamente un acchiappafemmine.

Ecco qual’era la differenza. Lui qui scriveva in maniera seducente.

Ed in effetti riceveva un sacco di commenti. Tantissime donne. Tutti nickname, nessuna identità vera. Forse giusto qualcuna. E flirtavano! Eccome se flirtavano. Con lui, col suo uomo. Con quel bastardo che non le aveva detto mai nulla di questo suo mondo parallelo.

Smise di leggere i suoi articoli. Si concentrò sui commenti. C’erano delle donne ricorrenti. Che inserivano moltissimi commenti. Quasi una chat. Botta e risposta. Dialoghi serrati con battute maliziose, doppi sensi, esplicite considerazioni sulla possibilità di conoscersi realmente.

E lui! Lui era imbarazzante. Dava spago a tutte! elargiva amore e passione e promesse di matrimonio.

Davvero non ci poteva credere.

Iniziò ad entrare sulle pagine di queste Signore.

Casalinghe insoddisfatte che creavano ricette perfette e poi le postavano tra i commenti sdilinquiti di altre casalinghe insoddisfatte. Sedicenti studentesse universitarie alle prese con problemi esistenziali e questioni di natura sessuale. Professioniste (?) di non si sa cosa che si dilettavano di poesia, trasferendo insoddisfazione e frustrazione in versi miagolanti represse voglie, chiaramente erotiche, che i relativi mariti evidentemente non pensavano nemmeno potessero ancora esistere.

E in tutto questo, lui. Che spaziava da un blog all’altro lasciando commentini maliziosi, ironici, pungenti, accattivanti.

Oramai la rabbia le aveva messo radice  alla bocca dello stomaco e soffriva di gastrite come mai prima di allora. Sapeva che avrebbe dovuto smettere di farsi del male ma non riusciva a decidere nè di smettere di leggere, nè di dirgli tutto. Voleva sapere, voleva vedere tutto, leggere tutto.

Poi le venne un’idea. Oramai era diventata quasi un’esperta. In mezz’ora aprì un blog: melodiesonore.wordpress.

Nel giro di pochi giorni, scrivendo qualche minchiata pseudo intellettuale, mista a momenti più introspettivi e psicologici, alludendo a una certa solitudine e carenza di membri maschili, iniziò ad avere un codazzo di followers niente male. Anzi mai si sarebbe aspettata una tale accoglienza. Con molta attenzione cercò di andare sui blog frequentati dal suo uomo. Lasciando un mi piace di qua e un commento di là nel giro di pochi giorni lo fece abboccare.

Ed eccolo lì, sulla sua pagina piena di racconti di se impegnata a decidere se rimanere con il suo amante giovane, (troppo giovane e veramente inesperto nel connilingus) o se invece continuare la sua storia con l’insegnante di chitarra della figlia (spagnolo, sangue caliente ma con una igiene personale praticamente inesistente) che le dispensa consigli su come trovare invece un uomo all’altezza della donna completa ed impegnativa quale era lei.

Ed iniziò a chattare con lui. Ogni giorno.

Mai avevano parlato tanto. Nè a casa, durante la cena. Nè in vacanza, in giro per il mondo. Nè a letto, dopo l’amore. E non solo lui le parlava come non aveva mai fatto prima. Ma la adulava. La riempiva di complimenti. Le scriveva cose meravigliose che la lasciavano stupefatta, orgogliosa ed anche vagamente eccitata.

Tutto questo solo sul blog. A casa nulla era cambiato.

Anzi, in verità era cambiato tutto. Ora lei lo trattava molto freddamente. Non era più molto attenta a preparargli le cenette che lui adorava trovare tornando dal lavoro. Non aveva molto tempo, doveva scrivere. Poi tendeva a non guardarlo troppo negli occhi, parlando. E iniziò a non toccarlo più quando si sdraiavano insieme a letto, e a girarsi facendo finta di dormire quando lui la cercava per fare l’amore. Lei si era innamorata di un altro. Era sempre lui ma era un altro.

Capiva di essere entrata in una spirale malefica, ma non riusciva ad uscirne. Quell’uomo che le scriveva tutti i giorni quelle parole piene di fuoco e di passione e di stima, la faceva impazzire. Era lo stesso con il quale divideva il letto, ma era assolutamente un altro.

E poi era accaduto anche un altro fatto.

Altri uomini si erano interessati a quello che lei scriveva. E ancora di più da quando avevano visto i commenti “caldi” di Altrodame.wordpress. Era diventata una gara. A chi scriveva la frase più galante. A chi faceva l’invito più esplicito. Alcuni avevano iniziato a scriverle in privato chiedendole di incontrarla. Lei era estasiata. Mai aveva immaginato di poter attrarre così tanti uomini. Certo non ne conosceva personalmente nessuno, tranne Altrodame che vedeva tutte le sere in mutande e ciabatte.

Ad un certo punto arrivò al culmine. Altrodame.wordpress le chiese di incontrarla.

Lei nei loro scambi di frasi e nelle mail gli aveva chiesto se era libero o sposato. Lui aveva elegantemente glissato dicendo che non aveva mai contratto matrimonio. Era vero, loro vivevano insieme da dieci anni ma non avevano mai voluto sposarsi.

Cavolo!

Cosa fare?

Decidere di mollare tutto e non avere più il piacere di scriversi o dire di sì, incontrarsi e mandare a monte forse anche tutta la loro vita in comune?

Una cazzo di decisione. Una risposta valeva l’altra. Aveva comunque perso l’uomo che amava. Quello che aveva a casa non la interessava più. Quello con cui chattava non avrebbe mai potuto averlo.

Decise per una salomonica via di mezzo. Chiuse i rapporti con Altrodame.wordpress. Le costò molto. Ma era l’unica cosa da fare.

Mantenne però il blog, che oramai era diventato frequentatissimo e superseguito. Iniziò ad incontrare alcuni degli uomini che le scrivevano. Ebbe delle storie. Mai serie. Continuò la sua vita coniugale come prima, cercando di farsi ripiacere l’uomo semplice e banale che aveva accanto. Pensava che anche lui avesse le sue, di storie. E probabilmente era così.

E così continuarono a vivere, infelici e contenti.

50 commenti
  1. Non lo so se il tuo racconto è basato su una storia reale o pseudoreale, comunque mi è piaciuto molto. Ed è una cosa a cui mi capita spesso di pensare e che cioè magari proprio quel collega noiosissimo sempre con il cellulare in mano in realtà (realtà fa un pò sorridere) potrebbe essere uno dei blogger interessantissimi che scrivono qua e là.

    • elinepal ha detto:

      E’ assolutamente inventata, ma potrebbe ovviamente essere reale. Ci vuole molto poco a crearsi una vita parallela, volendolo fare.

    • Sìsì ci vuole pure troppo poco.. ed alla fine l’unica cosa che resta è tanta solitudine.

  2. Michele ha detto:

    Tristemente molto molto realistico. Visto che e molto più facile essere se stessi dietro una maschera (come uno schermo pc)

    • elinepal ha detto:

      getta la tua maschera Satanasso!!! Sei il mio portiere! 🙂

    • Michele ha detto:

      Hahaha beh a calcetto parò benissimo 😉

    • elinepal ha detto:

      grandeee!!!!

    • Michele ha detto:

      🙂 beh grande. Diciamo altezza e dimensioni nella norma

    • elinepal ha detto:

      🙂

    • Michele ha detto:

      😉

    • elinepal ha detto:

      uhmmm non sei convinto ……

    • Son convinto sì!
      L’unica cosa che mi lascia perplesso è la “continuazione”, perché credo che una volta squarciato il velo sia difficile andare avanti per molto tempo. Non dubito delle intenzioni di non separarsi (da parte di lei) ma credo sia abbastanza utopistico, specialmente in quest’epoca.

    • elinepal ha detto:

      Capisco. Se la protagonista fossi io lui non finirebbe nemmeno la pennica. Si troverebbe tempestato di pugni con la valigia fatta fuori dalla porta di casa in un solo movimento. Ma si sa io sono una scassaballe impulsiva e irascibile che non ha eguali. Ma questo è un racconto, max, e il bello dei racconti è poter fare ciò che nella vita vera non si riuscirebbe a fare. Cioè frenare gli impulsi, pianificare, agire, costruire e poi, finalmente, godersi quello che il porco si godeva,. Semplicemente, anche una lei può farlo. Non credi?

    • No. Ma non per disistima. Per il motivo opposto. Le donne sono avanti. 🙂

    • elinepal ha detto:

      mica sempre…. 🙂

  3. Le mele e le pere non si possono sommare.

    Bella storia. Triste realtà.

    • elinepal ha detto:

      mele e pere? non so sono stata sempre capra in matematica.

    • è una frase del film “immaturi – il viaggio” dove tra le varie storie c’è quella di bianca (mi pare) che si innamora di Paolo Kessisoglu virtualmente.
      lui l’aspetta nell’isola e al suo posto arriva il marito (luca zingaretti) che gli dice che contro un personaggio virtuale non può combattere, e lo prega di uscire assieme alla moglie, di conoscerla, perchè le mele e le pere non si possono sommare… perchè il virtuale contro il reale, la quotidianità, le routine, purtroppo, vince.

    • elinepal ha detto:

      Vero! ha ragione Zingaretti. Anche se avendo Luca non saprei cosa farmene di quella iena di Paolo. Ma si sa, i gusti son gusti. Comunque grazie. Non ho visto il film, magari ora mi aggiorno.

  4. marco ha detto:

    E’ molto bello il tuo racconto, si creano storie parallele. Purtroppo tutto ciò è anche molto triste. A volte però è più facile comunicare con estranei che con persone vicine, se non ci si sente liberi, questo lo so per esperienza. Mi ha fatto morire dal ridere però il fatto delle “minchiate pseudo intellettuali”! Secondo me anche su un blog una persona dovrebbe essere se stessa, altrimenti diventa qualcosa di fittizio. Se invece scrivere diventa un modo per esprimersi e raccontarsi in maniera trasparente, come penso sia giusto fare, allora il fatto resta positivo e forse si può anche perdonare un silenzio da parte altrui; altrimenti no!

    • elinepal ha detto:

      Da quello che ho visto in questi mesi, ovviamente c’è di tutto. Mi sembra di aver notato però una certa tendenza al rifugio: sono così qui perchè nella vita vera non ci riesco. Da una parte è comprensibile, è la vecchia funzione del diario. Dal punto di vista dei rapporti interpersonale lo trovo agghiacciante.

  5. Appena finito di legge questo racconto mi son ricordata di questo video….che mi fa morire dal ridere (soprattutto l’espressione di lui)…

    ma, a parte questo io avrei dato un finale diverso alla storia… avrei accettato di incontrarlo.
    Chissà che emozione…vederlo e vedersi (ahah ahah) non l’avrei perduta per niente al mondo!

    Un abbraccio
    .marta

    • elinepal ha detto:

      Che tenero quel film! Mi hai fatto ricordare un incontro, bello bello bello, con un lungo abbraccio che ancora continua…..
      Sul finale devo essere sincera. mi sono fatta prendere la mano dal racconto e avrei voluto svilupparlo di più, ma ad una certa (perchè scrivo sempre la sera tardi) ero così cotta che in qualche modo doveva finire. Ho scelto il modo più facile.
      Un abbraccio

  6. L. ha detto:

    Potendolo fare, il signor L. suggerirebbe ai protagonisti della sua storia di parlarsi e magari di accettarsi. Anche di accettare di non essere perfetti. Potendolo fare, ovviamente.

    • elinepal ha detto:

      Si si può fare. Pensa L. che una delle mie idee era di lasciare il finale aperto per farlo chiudere a piacere da chi passa di qua. Sicuramente il tuo suggerimento è saggio, presuppone che i due protagonisti siano persone inclini al cambiamento. Una persona così mi piace. Tenderei ad essere così. Potendolo fare, ovviamente.

  7. Davvero molto bella e intrigante. Una delle storie più tristi che abbia mai letto, forse perché mi appartiene…. o forse perché sono triste io.

    • elinepal ha detto:

      ecco fatto, non ci si incontra per un po’ e subito ti intristisco. 😦

    • elinepal ha detto:

      Se ho scritto questo racconto è perchè a volte vedo cose tristi, a volte mi arrabbio, ma in fondo c’è sempre la possibilità di decidere di cambiare le cose che non ci piacciono, no?

    • Mi dispiace tantissimo. Spero capiti un’occasione più serena … ed anche presto.

    • elinepal ha detto:

      No! aspetta, non ti dispiacere pure! Ero io la dispiaciuta… se siamo in due è peggio. Caro amico spero veramente di scrivere presto qualcosa che ti trovi sorridente.

    • Certo che c’è la possibilità di cambiare le cose che non ci piacciono. Rientra nelle nostre potenzialità, e le nostre potenzialità, età permettendo, costituiscono la nostra risorsa più affidabile … sempre presente.

    • elinepal ha detto:

      considerando che siamo coetanei, vacci piano con questo concetto di età 🙂

    • E’ solo un accenno all’età che mi permetto di fare con te, e non con un pischelletto trentenne, perché sai valutarne perfettamente il significato, palese e sottinteso.

    • elinepal ha detto:

      eggià 😉

    • irisilvi ha detto:

      😉 Esatto Eli!

  8. ci sono tornata due vote, mi viene ancora da ridere. Sei splendida! Pane al pane, vino al vino, senza metafore e senza contorti giri di parole. Ma quante di noi avrebbero voluto scriverlo? Io di sicuro sì… Stammibene!

    • elinepal ha detto:

      evviva! sono troppo contenta che ci sia chi ha apprezzato.

  9. Alice ha detto:

    magari poteva finire che i due s’incontravano, lei ovviamente non rivelava niente di com’era nato il tutto e alla fine i due, in questo gioco di ruoli, ritrovavano passione e amore…
    dici che non era possibile? forse no… non separi l’uomo, ciò che internet ha unito 😉

    bellissima storia comunque (fine compresa)

    • elinepal ha detto:

      eheh mi piace sentire di altri finali. ce ne sarebbero molti. nessuno sbagliato.
      buona notte cara Alice 🙂

  10. Claudio ha detto:

    scritto bene ma NON mi piace, sorry

    • elinepal ha detto:

      Ma ciao!!! quanto tempo!
      ma non vuoi dirmi perchè NON ti piace?

    • Claudio ha detto:

      xchè è triste e se vuoi agghiaggiante pensare che nella realtà è proprio ciò che accade (non sovente, ma credo accade) e la cosa mi disturba, sostituire il reale con il virtuale mi disturba. uffa! anzi, BAU!

    • elinepal ha detto:

      Disturba anche me, altrimenti perchè ne avrei scritto?

    • elinepal ha detto:

      ahahah ! che caos… mi sono persa. comunque si, capisco il senso. C’è bisogno di novità, c’è l necessità di sentirsi apprezzati e per questo si diventa altro. Ci sono tante componenti. La realtà è complessa, e non si può ridurre agli esempi ironici che ne ho fatto nel mio post o in quelli del duo Marchesini – Solenghi, però la verità è che si tende sempre di più a fuggire dalla vita reale.

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